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San Pietro Apostolo

San Pietro Apostolo è il patrono di Cetara e non poteva essere altrimenti, visto il forte legame del Santo e del paese con la pesca e il mare. La devozione verso il primo Papa è molto forte in paese e si conferma durante tutto l'anno e in particolare in alcuni momenti principali:

22 febbraio - La Cattedra di San Pietro

La statua lignea del Santo Patrono viene prelevata dalla nicchia, adornata e posta al lato dell'altare maggiore per una solenne celebrazione.  

19 giugno - Alzata del "panno" e benedizione del mare da parte del Santo Patrono

La mattina del 19 giugno viene alzato alla fine del corso principale del paese di fronte al mare, "il panno", uno stendardo che raffigura il Santo Patrono. Subito dopo ha luogo un rito apotropaico quello che viene denominato il “bagno” del Santo Patrono. Il Santo viene portato dalla parrocchiale fino alla spiaggia del paese dove i ragazzini, dopo le preghiere da parte del parroco e dei fedeli convenuti a questa rituale benedizione del mare e delle barche, si tuffano in mare e schizzano con spruzzi d’acqua il loro Santo in una sorta di ringraziamento e di condivisione confidenziale per augurare una pesca copiosa ai marinai ed un’estate ricca di soddisfazioni per il lavoro. 

29 giugno - Festa del Santo Patrono

È la festa religiosa più sentita del paese che riporta a Cetara, ogni anno, tutti i cetaresi trasferiti in altre zone d'Italia o all'estero, oltre che numerosi turisti e cittadini dei comuni limitrofi.

In mattinata si svolge nella chiesa patronale il solenne Pontificale in onore del Santo, presenziato dall’Arcivescovo di Amalfi, oltre alle varie messe, mentre la banda musicale suona festosamente per le vie del paese. Successivamente, ritornati a casa, si svolge il pranzo della festa dove non deve mancare qualche pesce “alla scapece” arrostito e con menta ed aceto ed il classico spumone, un gelato caratteristico. Lo spumone è un gelato che 50 anni fa veniva conservato con coperchi in metallo lucente che nascondevano le imboccature delle “stufe” (cilindri metallici a base concava) nelle quali si mettevano i vari gusti. Queste forme metalliche gli davano un aspetto piramidale tondeggiante con una cupola terminale. Naturalmente era servito svuotandolo dalla base. I gusti erano vari ma dovevano essere sapientemente dosati e ben abbinati. Il limone in genere era accoppiato alla fragola, il cioccolato con la nocciola ed al gusto di torroncino; il pistacchio invece trovava il giusto amalgama con crema o cassata siciliana. Al centro di questo gelato c’era poi un cuore di amarena sciroppata, o pistacchio sgusciato, o ancora le classiche fragoline di bosco. In chiusura di gelato venivano aggiunti dei listelli di pan di Spagna imbevuto di liquore allo strega. Viene servito in piattini tagliato a fette appoggiate su dei tovagliolini ricamati ed orlati fatti di carta cerata.

In serata, invece, inizia il momento più importante della giornata: la Processione per le vie del paese. Il corteo parte dalla parrocchiale di S. Pietro Apostolo con la presenza in apertura del corteo di donne che, spesso scalze, portano dei grossi ceri devozionali che sono il pegno per impetrare l’aiuto del Santo a favore di qualche familiare ammalato o in segno di ringraziamento per qualche grazia ricevuta. Caratteristici anche i canti devozionali che mescolano la tradizione popolare alle orazioni classiche. Del corteo fanno parte poi anche i bambini vestiti da marinai che portano in processione i modellini di cianciole imbandierate con il “gran pavese”. Immediatamente dopo segue lo stendardo con pennacchio e fiocchi laterali donato alla Chiesa di S. Pietro dai marinai che annualmente negli anni dal ’20 al ’35 del secolo scorso erano a pescare in Algeria dove si stabilizzavano per molti mesi lontano dal paese natio. È poi il turno dei bambini e delle bambine che hanno ricevuto da poco la Prima Comunione nei periodi di maggio e giugno a loro volta seguiti dai chierichetti e dal Parroco che indossa il piviale rosso e spesso anche dall’Arcivescovo di Amalfi. La statua come da tradizione è affiancata da tutori delle forze dell’ordine: Carabinieri in alta uniforme, ma soprattutto da un gruppo di Marinai (spesso cetaresi in servizio inviati dal comando della Marina Militare ad ossequiare il Santo pescatore). La statua lignea del Santo viene adagiata su un trono a forma di barca adornata all’interno ed all’esterno con ortensie soprattutto azzurre quasi a mimare l’effetto delle onde del mare. Questa viene portata a spalla con il tipico passo cadenzato che le paranze, ben addestrate nel corso degli anni, riescono a tenere mimando il movimento delle onde del mare. Subito dietro il Santo c’è un gruppo di sei portatori che sostengono un pallio con pennacchi. Immediatamente dietro la banda. Non deve mancare sia nella discesa che quando c’è la risalita in chiesa la classica Marcia tratta dall’opera Mosè di Gioacchino Rossini. Poi è il turno della autorità civili e militari, con in testa il Sindaco, infine il popolo dei fedeli che con fede e devozione segue il simulacro del Santo Patrono. Dopo la salita in montagna al rione Casale presso la chiesa di S. Maria di Costantinopoli c’è una breve sosta per far riposare i portatori. La seconda parte del percorso è tutta in discesa fino a raggiungere la Marina dove il Santo viene portato a benedire il mare lambendo la battigia quasi a garantire ai pescatori l’auspicio per una pesca miracolosa. Ma il momento più atteso della serata è rappresentato, senza ombra di dubbio, dalla corsa finale con l’abilità dei portatori che con maestria raggiungono correndo il sagrato della chiesa. Al termine della serata, dopo il rientro della statua ed un giro tra le bancarelle, sistemate nella zona del “Cantone” e sulla prima parte del porto, ci sono a mezzanotte gli attesi fuochi pirotecnici che con la loro spettacolarità chiudono in bellezza una festa che conserva il fascino immutato di un tempo. 

7 luglio - L'ottava della Festa

Dopo otto giorni dalla festa la statua del Santo viene riportata in processione fino al porto, dove viene imbarcata su un peschereccio e portata, via mare, al largo dei confinanti paesi di Erchie e Vietri sul Mare. Il corteo marittimo viene seguito da uno stuolo di imbarcazioni da pesca e da diporto e accolto festosamente dalle comunità dei due paesi limitrofi. Al ritorno viene celebrata una messa all'aperto in spiaggia e poi la statua, sempre in processione, fa ritorno in chiesa. 

 

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