Don Giulio Genoino nacque a Cetara nel 1567, avvocato e sacerdote, fu l'eminenza grigia del viceré, il secondo duca d'Ossuna sotto il quale ricoprì importanti cariche pubbliche. Nel 1619 il duca d'Ossuna per timore che volesse sostituirsi al re, fu sospeso dall'incarico e creò grandi tensioni per opporsi all'arrivo del suo sostituto. Infine il duca e Genoino dovettero scappare in Spagna, ma in seguito furono imprigionati. Solo nel 1638 poté fare ritorno a Napoli dove il malcontento era al massimo. Don Giulio Genoino, il vecchio agitatore dei tempi dell'Ossuna, allora ottantenne, fu il profeta e l'ideologo della rivoluzione.
Il 9 luglio 1647 stese un testo con le richieste degli insorti tra le quali c'era anche la richiesta di perdono per "Tomas' Aniello d'Amalfi e i suoi compagni, per atti commessi durante l'insurrezione. Il viceré per dividere Genoino da Masaniello nomina il primo presidente della "Regia Camera della Sommaria". Don Giulio rispose che era pronto ad abbandonare Masaniello a condizione della pronta conferma regia del concordato. In seguito dovette imbarcarsi per la Sardegna e in seguito gli fu ordinato di spostarsi a Malaga ma durante la navigazione morì presso le Baleari nel 1648.